In sintesi: il sake è un fermentato come il vino e non lo si beve al posto della grappa. Se volete acquistarne di buoni andate sul nostro shop. Ma partiamo da zero. Il sake è una bevanda ed è una bevanda giapponese. La si fa (poco e da poco) anche in altri posti, ma al contrario della birra che ce n’è di decente e buona, anche ottima, in tutto il mondo, per ora il sake buono lo si trova solo in Giappone. Non in Cina, non in Corea, non in Italia, non in Australia, in Giappone. Negli ultimi anni ci sono stati tentativi, prove, cose, bevande, sperimentazioni, ma al momento come varietà e come sapore nessuno batte il Giappone. Il motivo risiede principalmente nell’acqua, nelle tipologie di riso autoctone e nel fatto che in Giappone lo fanno da millemila anni e sono più bravi. Tipo gli italiani con il vino per capirci.
Quando si beve il sake?
Quando si beve? Partiamo dal dire quando non si beve. In Italia siamo stati abituati a berlo completamente a caso e male. Siamo stati abituati, per concorso di colpa tra clienti e gestori, a berlo a fine pasto nei ristoranti cinesi. Erano gli anni ’80 e ’90 e il motivo era piuttosto banale, l’italiano è abituato a bere un digestivo dopo pasto, le grappe cinesi sono troppo forti per alcuni palati. Nel tempo i gestori dei locali cinesi hanno iniziato a proporre il sake e i clienti italiani hanno iniziato ad accettarlo. In breve è diventato un liquore da dopo pasto, meglio se caldo. Un malcostume che ha portato a ben due problemi. Il primo che il sake è stato percepito per anni, e da molti ancora oggi, come un ammazzacaffé. Il secondo è che in quanto tale da molti è percepito come un liquore e in quanto tale un distillato.
No. Tutto sbagliato. Non è un liquore, non è un ammazzacaffé, non è un distillato. È un fermentato, come il vino e come la birra. Ha molto più in comune con la birra che con la grappa. Non si beve a fine pasto. O meglio, se volete potete berlo a fine pasto e pure a colazione, ma diciamo che non è il suo ambito precipuo.
Quindi rispondiamo alla domanda in modo semplice: lo potete bere esattamente come bevete vino e birra. Durante il pasto, con l’aperitivo, da solo per farvi un cicchetto e rendere la giornata meno sobria. È un fermentato i cui ingredienti fondamentali sono riso, acqua e koji. Il koji è una muffa, detto così fa schifo, ma se ci pensate ve le mangiate con i formaggi e ci sono pure i vini muffati che sono super pregiati.
Il sake è simile a un vino o una birra. Queste sono le parole da scolpire nel cervello di tutti quelli che si vogliono avvicinare a questa deliziosa bevanda nipponica. Provatelo subito nel nostro shop!
Cos’è il sake? Il sake non è una grappa!
Ebbene, abbiamo capito che la possiamo bere quando vogliamo, che non è un liquore, che non è un fermentato e che per anni i ristoranti cinesi (dove spesso si mangia da Dio per altro) ci hanno propinato sake di basso livello, spesso caldi. Ah giusto. Il sake si beve sia caldo che freddo. Dipende dal tipo di sake e dalla stagione. Ci sono sake che si bevono solo freddi, altri sia caldi sia freddi. Tendenzialmente se è agosto e ci sono novecentosessanta gradi all’ombra il giapponese medio non si mette a scaldare il sake. D’inverno, alcuni si scaldano e altri no.
Il sake è tutto sommato leggero più o meno come un vino, mediamente ha 15 gradi, ma si va dai 9 fino ai 20 gradi alcolici. Quindi con un paio di bicchieri non si stramazza. Come vi dicevo poco fa è più simile a un vino o a una birra che a una grappa, sia come processo produttivo sia come gradazione.
Come si beve il sake?
Come si beve? Cioé, con che bicchieri? Mi ripeto. Come il vino. Ci sono sake da flut, ci sono sake da coppa, ci sono sake da tracannare alla goccia o a garganella dalla bottiglia, tipicamente quelli di bassa qualità che vendono nei convenience store (sorta di minimarket con TUTTO) in Giappone (che su questo sito non troverete MAI E POI MAI!). Questi sake industriali in alcuni casi sono confezionati dentro una sorta di barattolo/bicchiere di vetro da stappare pronti per essere tracannati sul posto. Poi, per stare in linea con la tradizione, si possono bere con i bicchierini piccini piccini di ceramica (ochoko) oppure nel masu una scatoletta di legno che contiene 180 ml di sake e che un tempo veniva usata per porzionare il riso.
Il sake nei bicchierini, ma soprattutto nel masu si beve tipicamente negli izakaya. Splendidi luoghi di perdizione dove mangiare e bere come dei dannati, potremmo paragonarli ai nostri pub ma sarebbe ingiusto, per gli izakaya. Sono decisamente più belli e ci sono cose più buone da mangiare e soprattutto c’è il sake. Entrare in un izakaya è un po’ come fare un salto indietro nelle atmosfere dell’epoca showa (1926-1989). Luoghi allegri, gente sbronza ma non molesta, voglia di conoscere e chiacchierare e, mi ripeto, un sacco di cose buone da bere e da mangiare. Ma poi degli izakaya magari parliamo meglio in un altro articolo.
Per ora le basi sul sake le abbiamo poste. Quindi non vi resta che andare nello shop e acquistare nihonshu (ebbene sì, in realtà il sake non si chiama sake ma nihonshyu scritto così 日本酒)come se non ci fosse un domani. Tutti i nostri sake sono artigianali giapponesi e sono trasportati in Italia a temperatura controllata (che mica tutti lo fanno eh…) visto che le navi cargo passano due volte (due!) dalle parti dell’equatore e la fa un caldo che nemmeno nel Canada del luglio 2021. Ovvio, siamo contro il climate change perché amiamo la terra e perché amiamo anche il sake. Kampai! Che vuol dire tipo cin cin (ma cin cin in Giappone vuole dire una cosa brutta, quindi non ditelo). Come dicevamo all’inizio: In sintesi: il sake è un fermentato come il vino e non lo si beve al posto della grappa.