Sakagura, sake, sushi e ristoranti. Iniziamo oggi un percorso attraverso i nostri produttori, vi mostriamo dove nascono i sake che vi proponiamo e come si abbinano! La prima sakagura (cantina di sake) che vi mostriamo è la Fujii Shuzo con le risposte del presidente dell’azienda Yoshifumii Fujii. Nel nostro shop trovate alcuni dei prodotti di Fujii Shuzo attualmente disponibili.
Quando nasce la sakagura Fujii Shuzo?
Fujii Shuzo è stata fondata nel 1863, oggi siamo alla quinta generazione. Le motivazioni che hanno spinto i nostri antenati a iniziare questo lavoro è avvolta nel mistero, si è persa nella notte dei tempi. Probabilmente perché c’era una grande abbondanza di un tipo di acqua che si presta molto bene a produrre il sake e lo stesso discorso vale per il riso, in queste zone cresceva e cresce ottimo riso adatto alla produzione di sake.
Quali sono i punti di forza e l’orgoglio della vostra produzione?
Il nostro punto di forza e il nostro orgoglio è di avere recuperato il metodo kimoto, un modo tradizionale di fare il sake senza l’aggiunta di acidi lattici. Il metodo kimoto richiede più tempo ma dà risultati eccellenti. Come abbiamo già detto l’acqua delle nostre parti è perfetta per il sake ed è un altro punto di forza, a questo aggiungiamo la lunga tradizione della nostra sakagura e l’esperienza maturata in cinque generazioni.
In quanti siete alla Fujii Shuzo?
Siamo in 18 presso la nostra sakagura, le vecchie generazioni hanno passato il testimone ai più giovani e hanno saputo tramandare l’esperienza che ci vuole per fare dell’ottimo sake. Andiamo avanti con grande impegno nel nostro lavoro!
Cosa serve per diventare un Maestro produttore di sake, quali sono le doti necessarie?
Per creare dell’ottimo sake innanzitutto bisogna amare il sake, bisogna amare il nihonshu come consumatori, in secondo luogo bisogna aver la voglia di scoprire i sake più affascinanti ed essere appassionati della produzione e della tradizione. Fare sake è un lavoro da artigiani e come ogni grande artigiano di successo devi amare ciò che fai.
Quali sono i sake di cui andate più orgogliosi e quali caratteristiche gli avete dato?
Tra ciò che produciamo ciò che portiamo maggiormente nel cuore è il sake prodotto con metodo kimoto, il metodo tradizionale. Il prodotto che proponiamo col metodo kimoto è corposo e al tempo stesso con un retrogusto tagliente che come il vino può invecchiare e diventare sempre più buono con il passare del tempo. Con questo metodo facciamo quattro tipologie di sake con quattro tipi di riso: yamadanishiki,hattan, hattannishiki e omachi.
Se dovessi spiegare ad uno straniero cos’è il sake e come lo si deve bere, cosa gli diresti?
All’estero vogliamo dire che il sake lo si può godere al meglio accompagnandolo con il cibo, provando i vari tipi di sake a varie gradazioni e ci si può divertire a scoprire come cambiano i sake a seconda della temperatura alla quale sono serviti e a seconda del bicchiere utilizzato. Cambiano gli aromi e le sensazioni. Un altro modo per godersi il sake è aprirlo e scoprire come cambia il suo sapore con il tempo.
Che legame c’è tra il sake e la cultura giapponese?
Il sake è un dono di Dio e c’è una connessione profonda con la cultura giapponese e con le sue credenze popolari a partire dallo shintoismo.
Come avete scelto il nome del vostro sake di punta? Ha qualche significato particolare?
Il nostro prodotto principale si chiama Ryusei perché proprio dietro la nostra sakagura c’è il monte Ryutozan e questo nostro prodotto è nato alle pendici di questa montagna alla quale abbiamo voluto dedicare questo sake
In che occasione consigli di bere sake?
Il sake si può bere per celebrare un evento, per festeggiare, per segnare un momento di cambiamento, quando ci si rivolge agli dei dello shintoismo e ovviamente per pasteggiare, che è il momento più comune per bere il sake in Giappone.
Sei mai stato in Italia? Cosa vuoi dire agli italiani per convincerli a bere anche il sake oltre che il vino?
Prima di tutto vorrei dire agli italiani che quando mangiano il cibo giapponese dovrebbero provare ad accompagnare il cibo con il sake, non con il vino, non con la birra, ma con il sake. Secondo: la cucina italiana si presta benissimo ad essere accompagnata anche con il sake, in particolare il pesce e i frutti di mare. Terzo: bisogna puntare sulla curiosità di ognuno, con il sake si può giocare e ci si può divertire a scoprire come piace berlo, a che temperatura, con che bicchiere, caldo, freddo, con che cibi. Sono esperienze personali ed è un mondo nuovo da scoprire per chi ama il buon bere. Se scoprite che vi piace il sake caldo c’è tutto un mondo da conoscere, nuovi orizzonti per chi non è abituato a bere alcolici caldi. L’invito è sperimentare, come dicevo, tipologie di sake, temperature e bicchieri. Oltre a essere divertente apre davvero nuovi orizzonti del gusto. Infine, vorrei trasmettere il divertimento che c’è nel provare diversi sake, tutti hanno loro caratteristiche e confrontarli e provarli è bello così come è bello farlo con il vino.
Il sake prodotto con dovizia non lascia effetti collaterali, non c’è il classico hangover da alcol, non c’è mal di testa e non si resta addormentati il giorno dopo una bella bevuta.
Ringraziamo Fujii Shuzo per la cortesia e per le immagini! Il loro sito è qui Fujii Shuzo