Shibataya nasce a Tokyo quasi novant’anni fa, oggi diffonde la cultura del sake in tutto il mondo.
Oggi andiamo a fare un giro alla sede centrale di Shibataya, a Tokyo. L’edificio, situato a pochi metri dalla stazione della metropolitana Shin-Nakano della Marunouchi Line, ospita, oltre agli uffici, uno shop, un tasting bar e un ristorante, tutto rigorosamente incentrato sul sake e sulle altre tipiche bevande nipponiche. Insomma lì potete provare tutto ciò di cui Shibataya va orgogliosa da quasi novant’anni di storia. Alcune, non ancora tutte, di quelle bottiglie le trovate anche nel nostro shop. Lì, troviamo anche Shiba Yasuhiro, il presidente dell’azienda che ci accoglie per una breve chiacchierata sul sake e sulla loro storia.
Shibataya è una azienda che pone le sue radici nella prima parte del ‘900, era un mondo diverso così come diversa era la produzione e la commercializzazione del sake, che all’epoca era una bevanda bevuta solo ed esclusivamente in Giappone. Oggi, grazie anche a pionieri come Shibataya il sake è conosciuto internazionalmente e con esso un pezzo importante di cultura nipponica. Chiediamo a Shiba-san di raccontarci la storia del fondatore dell’azienda e qual era il contesto in cui si muoveva. Shiba Yasuhiro ci racconta che la persona che ha creato tutto è stata suo nonno.
Shiba Goro, il fondatore dell’azienda e il ritorno dalla guerra
Shiba-san prosegue con il racconto: “Shibataya saketen è stata fondata nel 1935 da mio nonno Goro a Nakano, Tokyo, esattamente dove oggi sorge il nostro palazzo. Inizialmente era solo un negozietto. Lui era il quinto figlio, la sua famiglia gestiva una piccolo business legato alla salsa di soia nella prefettura di Ibaragi. Il primo figlio ha ereditato l’azienda e il quinto figlio, mio nonno Goro, venne mandato a Tokyo per allargare il mercato e provare ad inserirsi nella capitale. Al nonno Goro però non bastava il mercato della salsa di soia e con grossi sacrifici e difficoltà prese la licenza per vendere e distribuire il sake. All’epoca era una piuttosto complicato farsi rilasciare una licenza, nulla a che vedere con oggi. Era il 1935 e in un bel giorno di sole realizzò il suo sogno, fondò la Shibataya saketen. Inizialmente il sake riusciva a piazzarlo solo ai negozianti e ai ristoratori che erano già suoi clienti per la salsa di soia. Poi creò un piccolo negozio e iniziò a vendere sake, soia e miso, lì ci si poteva anche fermare e bere qualcosa. Nulla a che vedere ovviamente con il tasting bar di oggi.”
Poi venne la seconda guerra mondiale…
Ci prendiamo una piccola pausa poi Shiba-san prosegue nel suo racconto: “Durante la seconda guerra mondiale, Goro-san è stato mandato dal governo nel sudest asiatico, era stato obbligato a mollare tutto e a chiudere la sua attività. Dopo la guerra, con fatica e dedizione, è tornato a Tokyo dove restavano solo macerie di palazzi bruciati o bombardati, si è rimboccato le maniche e ha ricominciato da zero. Negli anni Goro-san divenne un punto di riferimento del quartiere e quasi ogni giorno i commercianti della zona andavano da lui, a fine giornata, a bere qualcosa e a chiedergli consigli su come sviluppare il distretto commerciale.”
Il nonno morì giovane lasciando una vedova e tre figli…
“Goro-san purtroppo morì giovane a soli 52 anni, lasciando sua moglie Kiyo-san e tre figli. Kiyo-san, una donna forte e capace, non si diede per vinta e in un’epoca in cui era raro che le donne lavorassero, si prese carico dell’azienda di famiglia. Ciò che le diede la forza per andare avanti era il ricordo del marito e il suo sogno di rendere grande Shibataya. Questa è una storia che nostra nonna ci raccontava spesso e proprio con questa storia mi ha trasmesso la passione per l’azienda di famiglia. Nonna Kiyo mi diceva sempre ”Dio ti osserva” (Dio inteso in senso lato nella cultura shinto ndr), ‘‘devi vivere sempre con forza e vigore! Se ce la metti tutta, alla fine sicuramente andrà bene. Se ti comporterai da fannullone, ti aspetterà l’inferno”. Queste sue parole sono diventate il mio motto e non le dimenticherò mai.”
Se volete avere un assaggio delle bevande così orgogliosamente selezionate e importate in Italia da Shibataya, andate nel nostro shop.
Oggi alla guida dell’azienda c’è la terza generazione di Shiba. Come si sta evolvendo l’azienda?
Ancora adesso, dopo che la dimensione dell’attività si è amplificata, penso che Shibataya sia un business familiare, ma con una famiglia allargata. Vorrei fare sorridere tutti coloro che hanno avuto a che fare Shibataya. Questo pensiero non cambierà mai, anche se il nostro business dovesse crescere ulteriormente. È il nostro motto aziendale, lo mettiamo anche sulle etichette, vogliamo portare il sorriso con il nostro sake. Non crediamo nel profitto a tutti i costi, ovviamente ci interessa guadagnare, ma vogliamo che i nostri clienti siano sempre felici. E la nostra politica aziendale si applica anche ai dipendenti, siamo tutti parte della stessa famiglia. Sempre siamo stati così e saremo sempre così. Il nostro motto ci piace scriverlo così: Sake x People = Smile.
Io sono il terzo presidente di Shibataya saketen. Attualmente Shibataya holdings è costituita da sette aziende. Shibataya saketen si occupa della distribuzione a ristoranti e negozi, SAKE-YA Japan (vende al dettaglio), Selesta (si occupa di import e export), SKL (di logistica), e poi all’estero ci sono Shibataya Italy, Shibataya Thailand e Shibataya Korea. Quando ho preso le redini dell’azienda i dipendenti erano 13, adesso sono circa 300.
La nostra missione è quella di creare calore umano attraverso un bel bicchiere di sake o di shochu, in qualche modo ci piace pensare di essere uno degli ingredienti della socialità in un mondo così freddo. Vogliamo legare con le persone e portare loro il sorriso.
Come selezionate i sake?
Shiba-san risponde: “Facciamo noi stessi la selezione dei sake, andando a scovare in tutto il Giappone grandi e piccoli produttori artigianali. A Shibataya saketen ci sono 50 sommelier di vino e 100 expert di sake con qualifica. Noi scegliamo i sake cercando di rispondere ad una semplice domanda ‘‘perché dovremmo suggerire questo sake ai nostri clienti?”. Se la risposta che ci diamo è convincente, vuol dire che quel sake è convincente. Se non troviamo la risposta a questa domanda, vuol dire che quel sake non fa per noi. Scegliamo non per noi ma per i clienti, non decidiamo pensando se questo sake si può vendere tanto o poco. Scegliamo un sake, che abbia qualcosa di speciale, che possa rendere felice le persone, che abbia un suo perché e una storia da raccontare.
Siete tre fratelli in azienda, Takehiro-san sta seguendo la produzione della birra…
Shiba-san fa segno di sì con la testa e prosegue: “Sì, siamo tre fratelli. Uno di noi, il più giovane Tomohiro, è il responsabile dell’Italia, io, il più anziano, seguo Shibataya saketen e sono il presidente dell’azienda, il fratello di mezzo Takehiro si occupa di seguire la produzione della birra artigianale e di Sake Ya. Abbiamo iniziato ad avvicinarci nel 2000 al mercato della birra artigianale, ma è solo nel 2017 con l’incontro e l’acquisizione del birrificio Kobo, che abbiamo deciso di intraprendere una nuova avventura e produrre la nostra birra artigianale. Birra che poi vendiamo nel nostro pub e non solo. In futuro allargheremo la produzione anche al sake, pensiamo di creare un nostro spritz e altri generi di bevande.”
Se volete avere un assaggio delle bevande così orgogliosamente selezionate e importate in Italia da Shibataya, andate nel nostro shop.